
Condividiamo nuovamente anche tramite la nostra newsletter questo appello del Movimento Senza Zaino che in breve tempo ha già raggiunto più di 1600 firme.
L’intento è quello di mantenere alta l’attenzione su quanto sta accadendo a Gaza e in Palestina, non potendo ignorare fatti ogni giorno più gravi e disarmanti.
Di fronte alla disumanità a cui assistiamo, per chi come noi si occupa della cura di bambini e bambine, ragazzi e ragazze non è possibile rimanere in silenzio. Riteniamo che i docenti svolgano un ruolo fondamentale nel fornire ai propri alunni/e gli strumenti e il supporto necessario a comprendere quanto succede vicino a noi, andando oltre il racconto di televisioni, giornali e social media spesso incomprensibile ai più piccoli.
Il tema scelto per il Senza Zaino Day 2026, che ispirerà il lavoro delle scuole della Rete Senza Zaino per questo anno educativo e scolastico, deve essere da stimolo perché ogni scuola, con le modalità e i tempi che ritiene opportuni, si organizzi per lanciare importanti messaggi di Pace.
Al Ministro dell’Istruzione e del Merito
Alle autorità del Governo Italiano
Agli Istituti Scolastici Italiani
Nelle tragedie la speranza non può morire
Appello per Gaza e contro le guerre del movimento Senza Zaino
Dicono 60 mila morti di cui 18 mila 500 bambini, ma forse i tragici numeri sono più alti. Ci fanno vedere luoghi devastati, distrutti, macerie dappertutto. Folle incamminate alla ricerca di cibo. Disperati che implorano cure per se stessi e per i loro cari. Continua senza tregua quello che a Gaza ormai tutti definiscono un genocidio. Da più di 20 anni abbiamo l’ambizione di rendere le scuole migliori per dare un futuro più ricco di valori e opportunità alle nostre bambine e ai nostri bambini, ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze. Ma questo nostro impegno ci sembra oggi poca cosa: abbiamo la sensazione che si vanifichi in questo mondo dove accade quello che vediamo sotto i nostri occhi. E non solo a Gaza. Pensiamo all’Ucraina dove il dramma si sta trasformando in tragedia: pagano non solo i soldati delle opposte sponde, ma anche la popolazione civile e in particolare anziani e bambini. Nel frattempo in altre parti del nostro pianeta la violenza infuria.
Sin dalla sua nascita il movimento Senza Zaino si è dato tre valori: la responsabilità, l’ospitalità e la comunità. Sono valori legati a quei diritti che oggi vengono calpestati, valori che dicono di una democrazia in discussione, valori di una pace che rischia di essere parola vuota. Pensiamo solo alla responsabilità: è un grande, incredibile paradosso, che nel Novecento, siano stati due importanti filosofi di origine ebraica, Hans Jonas e Emmanuel Levinas, a dire della responsabilità di ciascuno verso suo fratello. Il loro appello per il rispetto della dignità umana si riferiva all’avvertimento che Dio lanciava a Caino: “Che ne hai fatto di tuo fratello?”. È una domanda che ci tocca nel cuore, noi che stiamo, almeno per ora, al sicuro, che possiamo fare viaggi e vacanze. Sì, ci tocca nel cuore, nel suo profondo.
Allora questo vuole essere un messaggio del nostro movimento che opera in 800 scuole del nostro Paese. Un appello alle coscienze di tutti noi e un appello ai nostri governanti, italiani, europei, mondiali. Ma più in particolare al nostro ministro dell’Istruzione e del Merito perché all’inizio dell’anno scolastico prossimo faccia sentire l’indignazione della scuola italiana per quanto sta accadendo a Gaza e nel mondo. Dobbiamo tutti noi assumere con coraggio questa sofferenza per non stancarci di guardare, da lì, con speranza al futuro. Nonostante tutto. Nonostante drammi e tragedie: ce lo chiedono le nuove generazioni per le quali spendiamo con dedizione e amore il nostro impegno.
Per la Rete Nazionale Senza Zaino, il dirigente scolastico Nicola Fonzo
Per l’Associazione Senza Zaino, la presidente Iselda Barghini
Per la Fondazione Senza Zaino, il presidente Marco Orsi
Pubblicato il: 23 Settembre 2025
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