L’Associazione e la Rete Senza Zaino per una scuola comunità hanno sempre avuto una posizione ben definita rispetto al voto e hanno salutato con soddisfazione l’approvazione del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22 che aveva finalmente cambiato le modalità di comunicazione alla famiglia della valutazione delle/degli studenti, abolendo i voti (che la normativa aveva reintrodotto nel 2008) a favore dei giudizi descrittivi.
Ora parliamo di nuovo di reintrodurre i voti, vanificando due anni di formazione a tappeto dei/delle docenti della scuola primaria sulla necessità di individuare metodi per fornire un feedback, sull’efficacia del lavoro, agli studenti e studentesse e alle loro famiglie, nell’ottica del miglioramento degli apprendimenti e dello sviluppo della comunità scolastica. Questa necessità è sostenuta dagli studi e dalla ricerca, dalle cosiddette “evidenze scientifiche” e non da opinioni o da “visioni” legate alle diverse parti politiche.
Le ragioni di SZ sono in linea con le evidenze scientifiche e sono state chiaramente esposte nel documento che segue, approvato dal Gruppo di Coordinamento Nazionale della Rete - Firenze, già l’11 marzo del 2016.
PERCHÉ TOGLIERE IL VOTO NEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE In una scuola che si basa sull'Ospitalità, sulla Responsabilità e sulla Comunità, il Voto, inteso come Numero, rappresenta la metafora della negazione di questi Valori. Quando si parla di scuola ospitale, infatti, intendiamo una scuola che accoglie tutte le diversità in una logica di valorizzazione, di inclusione, di ben-essere. Quando introduciamo competizione, tensione verso il risultato, disuguaglianze per gradi di prestazione, classificazioni, divisioni, neghiamo in pratica il diritto delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi al piacere di apprendere, di star bene con gli altri, di imparare ognuno con i propri tempi facendo quel che può. Il voto disturba la crescita, l'autostima, abbassa la considerazione di se stessi e degli altri. Togliere il voto in questo senso significa sostenere i nostri studenti nei momenti di difficoltà e rimotivarli, attraverso un processo di ricerca di strategie di cooperazione e astensione dal giudicare in base alle prestazioni, fondato sul rispetto della diversità. Per scuola della responsabilità intendiamo una scuola dove gli alunni e le alunne sono protagonisti nel e del loro apprendimento, che decide con loro i punti di forza e i punti deboli su cui occorre migliorare. Se utilizziamo il voto per costringere, intimidire, giudicare, confrontare produciamo e distribuiamo feedback valutativi che sostanzialmente si traducono in giudizi su se stessi e sul loro valore come persone. Togliere il voto significa sostenere invece la motivazione intrinseca degli studenti attivando le condizioni per il loro senso di controllo e di scelta, per incontrare compiti sfidanti ma non minacciosi, per divenire autonomi nello studio, nei compiti, nella responsabilità scolastica e nell'autovalutazione fin dalle prime classi della scuola primaria. Nella scuola comunità, infine abbiamo investito sulla collaborazione di docenti, studenti e genitori anche al fine di un processo valutativo il più possibile trasparente, dove obiettivi, modalità, criteri e scale di valutazione sono condivisi da tutti gli attori. Quando questi aspetti non vengono curati possono sorgere contestazioni, giudizi ingiustificati, incomprensioni, divisioni. Togliere il voto significa riflettere e discutere insieme, accettare i giudizi di valutazione dei propri prodotti e accrescere l'impegno a migliorarli. Così come l'apprendimento, anche la valutazione è promossa nella relazione e i genitori contribuiscono e compartecipano concordando piani di intervento per superare e non cristallizzare le difficoltà. Come professionisti dell'educazione dire che non vogliamo il voto però non ci basta perché vorremmo aiutare il legislatore e le scuole a costruire strumenti per la valutazione formativa. La nostra esperienza di scuole Senza Zaino ci ha permesso nel tempo di raccogliere materiali e strumenti che vanno in questa direzione e siamo disponibili a confrontarci e contribuire alla costruzione di nuovi criteri valutativi. (…)
"La scuola la vorrei senza pagelle e con tante cordiali chiacchiere con i genitori, perché, alla fine, invece di una bella pagella, si abbia un bel ragazzo, cioè un ragazzo libero, sincero, migliore comunque". (Mario Lodi)
A proposito dell’uso dei voti nelle comunicazioni alle famiglie rimaniamo del parere che sia inutile quando non dannoso. La valutazione scolastica però non si riduce a questo! La valutazione formativa dei/delle docenti nel rapporto quotidiano con le/gli studenti può e deve rimanere senza voti! Si è da poco conclusa la sperimentazione di 120 scuole Senza Zaino con un gruppo di ricerca di 20 docenti sull’uso di strumenti che, come affermavamo nel 2016, vanno nel senso di un uso formativo e formante della valutazione; questo repertorio di pratiche e materiali sarà messo a disposizione di tutti e tutte in una pubblicazione che è proprio adesso “in cantiere”. L’atteggiamento nei confronti della valutazione a scuola si sta volgendo sempre di più verso quella mitezza che Senza Zaino ha sempre coltivato, e così continuerà a essere perché la nostra professionalità indica questa come la “strada maestra”.
Rete di scuole Senza Zaino, per una scuola comunità Associazione Senza Zaino, per una scuola comunità 10 febbraio 2024